Chiara de Iulis Pepe mi racconta come l’azienda Pepe sia diventata, negli anni, un’azienda policolturale, un organismo in collegamento con un sistema di altri produttori locali, che nutre e rigenera il terreno, che alimenta la vite e gli uomini. Chiara mi spiega con grande competenza e precisione, e lo fa con le dita letteralmente affondate nello sterco, quello del cumulo biodinamico, il catafalco di deiezioni vaccine e scarti vegetali che, inoculato con i preparati della tecnica agronomica che si ispira ai principi dell’antroposofo Rudolf Steiner, va incontro a processi fermentativi che lo trasformano in una materia organica profumata e ricca di principi nutritivi. Il nonno Emidio Pepe ha sempre solo utilizzato zolfo e rame, poi la zia Sofia si è avvicinata alla biodinamica e, oggi, Chiara integra queste conoscenze con i suoi approfonditi studi della moderna scienza enologica. Si fondono in questa donna, che ha preso le redini della cantina, per imprimervi il proprio stile, saperi diversi e in costruttivo dialogo tra di loro.
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