“È un’azienda portata avanti da donne, la nostra: papà voleva un maschio, ma anche le nipoti sono nate tutte femmine. Oggi lui ha quasi 92 anni e ci guarda soddisfatto, sereno, contento; questa è la soddisfazione più grande anche per noi”. È Sofia Pepe a introdurre la storia dei sessant’anni dell’azienda Emidio Pepe in una delle tappe, nel nostro caso Da Vittorio a Brusaporto, scelte per celebrare la ricorrenza e assaggiare qualche vecchia annata in compagnia di Velier che fa capo a Luca Gargano; fu lui vent’anni fa a ideare le “Triple A” (agricoltori, artigiani, artisti), primo protocollo al mondo a tracciare la strada per i vini “naturali” ante litteram. La cantina di Torano Nuovo, sulle colline Teramane, è stata tra le adesioni d’esordio. Tutto parte nel 1964, quando Emidio inizia la produzione destinata alla vendita; un percorso controcorrente, senza compromessi nei confronti del mercato: “Quando papà ha cominciato a portare in giro per il mondo Trebbiano e Montepulciano d’Abruzzo, tutti lo prendevano un po’ per matto per la sua idea di mettere le bottiglie in invecchiamento; erano considerati vini da taglio o da vendere sfusi. Ma lui del Montepulciano diceva: “Per come lo faccio io – che lo lascio vivo – questo tra 50 anni sarà un grande vino”. Il tempo gli ha dato ragione, perché oggi siamo una delle poche aziende che ha in vendita più di 40 annate”. Come dar torto alle sue intuizioni? Abbiamo assaggiato un Montepulciano 1979 dalla freschezza stupefacente e un meraviglioso 2010 con una vita davanti a sé. Ancora, il Trebbiano del 2004 con la sua finissima eleganza. Sofia s’illumina: “Assistere al cambiamento di un vino nel tempo è veramente bellissimo; è come vedere un essere vivente che cresce e si evolve”.
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