Storia eccezionale ma normale del vino italiano. Un contadino con la quinta elementare che nel 1964 si mette in testa di produrre un grande vino nel territorio di Teramo, dove fino ad allora funzionavano solo i vini da taglio e tutti erano convinti che il Montepulciano era da bere giovane e non da invecchiare. Oltretutto, la sfrontatezza di produrre vino senza competenze specifiche, cosa che per anni costerà all’azienda di Emidio Pepe lo stigma di scarsa accuratezza enologica.
Oggi stiamo parlando di una star del vino italiano nel mondo, una specie di rivincita per il vecchio Emidio, che ormai ha 92 anni e che nel bellissimo crepuscolo della sua esperienza terrena sta vivendo sensazioni inaspettate come quello di stare nelle carte delle enoteche e dei ristoranti di tutto il mondo al pari di aziende che solo pochi lustri fa erano molto più blasonate della sua. Tutto merito di una campagna di comunicazione intelligente e pervasiva, grazie al contributo di una figura discussa ma geniale come Sandro Sangiorgi, che nell’arco di un decennio ha portato questi vini ai vertici mondiali.
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